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giovedì 18 ottobre 2007

A Roma restano i "cocci" ?

UN MONTE DI COCCI


LETTERA DALL' EUROPA

A Roma c' é il monte dei cocci. Cocci accumulati dagli antichi Romani. Cocci di costruzioni diroccate, di manufatti invecchiati. Cocci.
Anche nello Stivale c' é una montagna di cocci.
Cocci accumulati dagli Italiani, nei decenni, con leggerezza. Una buona parte é stata buttata alla fine del secolo XX. Cocci di tutti i tipi e colori.
Cocci da occasioni perdute, da promesse non mantenute, da fatue illusioni poi smontate, da programmi iniziati ma poi falliti, o dimenticati. Per incapacità, per incoscienza, per insipienza, per incoerenza o leggerezza. Cocci generati da panzane, chiacchiere fatue, vendute al pubblico da pacchiani oratori. E accettate spesso da una cultura mediocre, la quale privilegia il football di serie A e le soubrettes svestite di serie B. E ammanta talvolta la furberia
di un aspetto intelligente.

Molti cocci sono dovuti ai cinque spettri che aleggiano sul Bel Paese:
superficialità,
rassegnazione,
irresponsabilità,
comparaggio,
allegra gestione.
Altri cocci dovuti alle distruzioni di un sistema, che non sa sciegliere le persone giuste al posto giusto, ma sceglie invece le persone più spinte al posto più remunerato. In Europa si chiamerebbe la "selezione negativa", in Italia si chiama "il sistema".
Cocci incoscienti, gettati da chi ha creduto, ideologie complici, a programmi politici. I quali si sono poi rivelati mezzucci per andare al potere, poi dimenticati nella confusione creata dal sistema Italia di fine secolo XX. Confusione di proposte non studiate, di problemi non chiariti, di trovate non ragionate.
Ma sempre cocci. Cocci che si son trovati sul percorso del treno Italia. Treno programmato negli anni '60 come treno ad alta velocità. Cogli anni divenuto un accelerato, che si ferma a tutte le stazioni, anche quelle impreviste. I ferrovieri non sono stati formati infatti all' organizzazione, alle segnalazioni ed alla manutenzione. Per cui sono essi stessi sorpresi di tante fermate. E chiedono lumi al capotreno.
Ma che puo' fare un capotreno, che non ha gli strumenti per l' alta velocità ? Che non sa neanche quali leghe, olii e motori sono necessari per permettere al treno gli attesi 300 km/h ?
La quantità di cocci sembra aumentare. Rischia di espandersi in ogni regione, in ogni officina, in ogni ufficio. Mentre che associazioni di imprenditori, di lavoratori, di professionisti, di categorie, discutono e si beccano. Senza capirsi talvolta, senza grandi risultati talaltra. Non pensano che forse non li vedranno mai, i risultati. Per mancanza di realismo, di capacità, di metodo, di formazione seria, di apertura, di VALORI.
Ma restano i cocci. Oltre i cocci, si notano anche i buchi nell' acqua. Soprattutto quelli fatti in Italia da tante persone, dotate di ingegno e capacità. Fra i quali molti sono poi andati in Europa, in USA, in Australia, ove si rivelano spesso più brillanti e capaci dei colleghi locali.
Cocci e cervelli. I primi restano, i secondi se ne vanno. Speranze perdute, futuri negati, in Italia.

E' lo Stivale oggi.


Apriamo gli occhi.....guardiamo la situazione reale: non c' é ne la cultura, ne la stoffa, ne la chiarezza mentale per fare la competizione nel villaggio globale. L' abbiamo persa, con leggerezza, e con un po' di incoscienza.

L' Emigrato che presenta il suo libro nei prossimi giorni.

P.S. Il testo é un tentativo, semplicistico, di risposta alle domande: Quale la Deriva italiana ? Perché il sistema Italia, che raggiunse quaranta anni fa le vette della competitività, vede la sua competitività calare decisamente ? La mia conclusione: finché gli Italiani non fanno una riflessione seria sulle CAUSE DEL CALO DI COMPETITIVITA' , la società italiana continuerà, con ignavia e leggera incoscienza, la sua marcia forzata verso il Terzo Mondo. La riflessione urgente dovrebbe avvenire fuori di ogni contesto politico (il quale imbroglierebbe solo le acque).



L' Emigrato che presenterà un proprio libro nei prossimi giorni.

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